La Regata sul Canal Grande

Incisione su rame all’acquaforte e bulino di mm 464 x 324 mm alla battuta, su carta di filo. Foglio candido e forte di mm 605 x 420. Alcune lievi fioriture. Primo stato su due. Dicitura “Certamen nauticum a Balborum aedibus ad Rivoalti pontem usque percurrens.” Tavola da Prospectuum Aedium Viarumque Insigniorum Urbis Venetiarum, raccolta di vedute edita per la prima volta nel 1763 con un frontespizio e dodici incisioni derivate dal Canaletto e copiate dalla visione che ne dette il Visenini. Succi riporta a proposito di questa incisione:” La stampa, derivata con modifiche (specialmente in primo piano) dalla tavola XIII della parte prima della raccolta di Visentini, del 1742, non fu inserita nella serie pubblicata da Teodoro Viero nè in quella ottocentesca dei fratelli Valllardi, nella quale venne sostituita da una veduta con la Regata del 2 Aprile 1791 incisa da Giacomo Monaco. Nel Catalogue des ouvrage gravées au Burin, qui se vendent ches Lovis Furlanetto allegato alla richiesta di privilegio presentata dal Furlanetto alla fine del 1778, questa stampa viene descritta come “La Regata faite à l’occasion de l’arivée de Son Altesse Royale le Duc de Yorck”. Poichè in quella circostanza la “macchina” raffigurava un “Giardino con Venezia in atto di abbracciare l’Inghilterra”vla stampa di Brustolon non venne aggiornata e l’apparato scenografico rimase identico a quello visibile nell’acquaforte di Visentini. Il titolo suggerito da Furlanetto sembrerebbe collocare l’intaglio del rame dopo il 4 giugno 1764, data in cui si svolse la Regata in onore del Duca di York.”.Originario del bellunese Giambattista Brustolon nacque a Venezia nel 1712. Secondo il Moschini il suo apprendistato si svolse presso quella fucina di geni che fu la bottega del Wagner; certamente egli cominciò ad applicarsi all’intaglio in giovane età: nel 1730, appena diciottenne incise con notevole abilità il ritratto del conte friulano Francesco Beretta. Come illustratore di libri dimostrò una abilità fuori dal comune, tanto che nel 1767 venne incaricato dal Console Britannico Joseph Smith, mecenate o meglio procuratore di Canaletto, a realizzare le cento tavole rappresentanti le sue gemme e cammei pubblicato sotto il titolo di Dactyliotheca Smithiana. Nel 1763 uscì con l’album “Prospectum Aedium Viarumque insigniorum Urbis Venetiarum”, dedicate al Doge Marco Foscarini, prima in dodici vedute, da Canaletto, quindi in ventidue, da disegni o pitture di Marieschi e Moretti. Dal 1766 realizzò l’altra grande opera della sua carriera: le “Feste Dogali”, da disegni acquerellati di Canaletto. L’artista morì a Venezia “nella contrada di San Cancian” il 16 ottobre 1796 “per frequenti accessi di colica nefritica”, come risulta dall’atto conservato in quella parrocchia. Alpago-Novello : ” Ove si confrontino le incisioni del Brustolon con quelle dei medesimi originali del Canaletto trassero Giampiccoli o il Sandi, bisogna riconoscere al Nostro un’ariosità e pastosità superiori, inisiema ad una più sicura distribuzione e graduazione dei chiaroscuri: una eminente personalitò artistica insomma”.Pignatti: “Brustolon seppe rendere spesso la trasparenza dei cieli del Canaletto, e la luminosa brillantezza delle architetture. Fece uso notevole del bulino e di ripetute morsure, spesso avvicinandosi ad effetti di acquatinta…”.

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