Carta stradale, 50 x 39 cm. Il dibattito culturale e tecnico che accompagnò l’idea e i progetti della Milano-Venezia va riferito allo specifico contesto geopolitico del tempo, che vedeva il Regno Lombardo Veneto godere di un’ampia autonomia da Vienna. Due erano le posizioni che si fronteggiavano, sottintendendo una diversa concezione della città . La prima considerava il tracciato come il collegamento necessario tra Milano e Venezia, il suo porto naturale, prima dell’Unità d’Italia sotto l’Impero Austro-Ungarico. Il progetto, attendibilmente del 1837, di Gaspare Biondetti Crovato rappresenta la soluzione di una linea direttissima Milano-Venezia, nell’ipotesi che l’utilità del collegamento ferroviario fosse esclusivamente di servire la grande città e il suo porto, senza alcuna relazione con il territorio attraversato. Un altro progetto coevo (1845) conserva sostanzialmente la stessa soluzione, ma aggiunge una serie di diramazioni ortogonali alla linea principale in corrispondenza delle principali città . Il progetto della Commissione Fondatrice Lombardo Veneta, sempre del 1837, rappresenta il tracciato che allora parve definitivo. La vivace protesta dei bergamaschi impose però una rettifica: si costruì da Treviglio il tracciato per Bergamo e di lì a Brescia. (Roberto Biscardini, lezione
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dal XV al XXI Secolo
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