Incisione all’acquaforte e bulino di mm 355 x 505 su carta di filo. Filigrana cerchio. Secondo stato su due. In basso a sinistra “Paulli Caliarij Veronensis opus in ecclesia D. Caterinae Venetijs”, alla stessa altezza più a destra “Giacomo Franco Forma” ed ancora più a destra “Aug. Car. fe. 1582”. Impressione piuttosto tarda di questo secondo stato stampato da Giacomo Franco a Venezia; rilevabile infatti in alto a destra una frattura della lastra. Da un dipinto di Paolo Veronese oggi alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, ma attorno al 1575 nella Chiesa di Santa Caterina. Riferisce Diane Degrazia nel volume “Le stampe dei Carracci” 1984: ” Nessuno ha messo in dubbio questa stampa firmata e datata. Il Bartsch affermò giustamente che si trattava di un’opera fra le più felici di Agostino ma criticò l’uniformità dei segni impiegati. L’artista variò poco la coposizione originale e rese molto bene gli effetti scintillanti dei materiali sontuosi che sono tipici del Veronese. Nell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston si trova un disegno che probabilmente è una copia di un seguace del Caliari da un disegno preparatorio dello stesso Veronese per il dipinto. Sebbene l’incisione di Agostino sia più vicina al quadro che questo foglio, il Carracci potrebbe avere avuto contatto con uno degli studi di Caliari per l’opera, e forse lavorò su un disegno perduto della composizione”. Degrazia 104. Boschini p. 755. Malvasia p76. Bellori p.115. Oretti p. 795. Basan p. III. Strutt p.181. Joubert p. 348. Bolognini Amorini p.55. Nagler 1835, p.393. Mariette II, 54. Le Blanc 77. Foratti p. 170. Ostrow 35.
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dal XV al XXI Secolo
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