Incisione all’acquaforte e bulino di mm 651 x 452. Carta forte. Filigrana giglio inscritto in doppio cerchio con piccolo cerchio sovrastante. Secondo stato su sette. Veduta rifilata al limite interno della battuta.Piccole mancanze al margine superiore ed al cartiglio. Discreto esemplare. Sotto la dicitura “Spaccato interno della Basilica di S. Paolo fuori delle Mura, eretta da Costantino Magno, divisa in cinque Navate co’ sua Crociata. Ottanta Colonne di marmo greco, venato di vario colore, quivi trasportato dal Sepolcro di Adriano Imperatore, sostentano le Navate variando di grandezza, e lavoro le laterali da quelle della Navata di mezzo. Altre Colonne dieci di Granito sono sparse per la Crociata; intorno alla quale, come ancora intorno la Navata di mezzo cronologicamente disposti di veggono li Ritratti di tutti i Sommi Pontefici Romani con altre Pitture antiche gia quasi consumate dal tempo. Il Pavimento delle Navate è formato di rotti pezzi di marmo, levati dalle Rovine di altri Edificii antichi”. Più in basso “Piranesi”. Giambattista Piranesi (Mogliano Veneto 1720 – Roma 1778) incisore ed architetto, Figlio di Angelo, umile tagliapietre, e Laura Lucchesi, fu introdotto al latino e alle basi della letteratura antica dal fratello Angelo, monaco certosino. Iniziò la sua carriera di architetto al Magistrato delle Acque introdotto dallo zio Matteo Lucchesi, ingegnere veneziano specializzato in scavi e responsabile della manutenzione della Laguna Veneta. Dopo una controversia con lo zio, continuò gli studi con Giovanni Antonio Scalfarotto. Ancora impegnato in ambito ingegneristico (progettava le difese costiere), apprese in seguito le possibilità che offriva l’arte della decorazione, interessandosi in particolare all’illusione e alla prospettiva. Si ricordi che in questo periodo a Venezia – in particolare per merito del Canaletto – l’arte delle vedute aveva raggiunto un livello altissimo. Nel 1740 viaggiò come disegnatore al seguito di Marco Foscarini, l’inviato veneziano a Roma. Prese alloggio a Palazzo Venezia ed iniziò lo studio dell’architettura romana; le antiche rovine della città accesero il suo entusiasmo ma molto presto Piranesi si rese conto che le prospettive di lavoro a Roma come architetto erano scarse. C’erano invece possibilità nel campo della pittura, specialmente a causa dei i primi turisti che venivano a Roma. Un anno dopo iniziò la sua formazione con il vedutista Giuseppe Vasi, che lo introdusse alle tecniche dell’acquaforte e dell’incisione su rame. Piranesi ruppe molto presto con Vasi e assieme a studenti dell’Accademia di Francia lavorò ad una serie di piccole vedute di Roma, che apparvero in seguito nel 1745 come Varie Vedute di Roma Antica e Moderna. Già nel 1743 aveva pubblicato il suo primo lavoro Prima parte di Architettura e Prospettive – vedute della città con una tecnica di bulino ed acquaforte. Dedicò il suo lavoro a Nicola Giobbe, un costruttore veneziano, che aveva promosso il suo arrivo a Roma. Dal 1743 al 1747 si fermò per lo più a Venezia, dove frequentò, secondo alcune fonti, anche Giovanni Battista Tiepolo. Finalmente tornò a Roma, dove aprì una bottega a via del Corso. Negli anni tra il 1748 ed il 1774 creò un’altra sequenza di vedute di monumenti antichi e barocchi, le Vedute di Roma, che – illuminate usualmente da una forte luce solare – danno un peculiare effetto monumentale. Queste Vedute contengono anche composizioni d’immagini del tipo dei Capricci. Nel 1756 Piranesi studiò e misurò una quantità innumerevole di edifici dell’antica Roma. La conseguenza fu la pubblicazione in quattro volumi di viste degli antichi monumenti romani, le Antichità Romane de’ tempo della prima Repubblica e dei primi imperatori; nella tavola con le Fondamenta del Mausoleo di Adriano, queste sono trasformate in una montagna gigantesca di cui non si riesce a vedere la cima. Nel 1761 fu ammesso all’Accademia di San Luca a Roma. Lo stesso anno aprì una nuova bottega con una stamperia propria. In un Catalogo delle Opere presenta le sue stampe con i prezzi. Nel 1762 pubblica la raccolta di incisioni Campo Marzio dell’antica Roma. Nel 1763 papa Clemente XIII affidò a Piranesi l’incarico di restaurare il coro di San Giovanni che però non andò oltre lo stadio di progetto. L’anno successivo Piranesi fu incaricato dal cardinale Giovanni Battista Rezzonico della ristrutturazione di Santa Maria del Priorato. Nel 1767 il Papa lo nominò cavaliere. Negli anni 1777-78 pubblicò una raccolta di incisoni su Paestum, Differents vues de Pesto, in cui la voluta sproporzione fra edifici e figure è mitigata in un nuovo rapporto che tiene conto del ruolo determinate dell’elemento umano, finora messo in secondo piano rispetto all’eroicità delle rovine antiche. Piranesi morì nel 1778 a Roma dopo una lunga malattia. Fu sepolto nella chiesa di Santa Maria del Priorato. Hind 7
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dal XV al XXI Secolo
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