Theatre tragique d’Alexandre Soumarocow. Traduit du russe, par Manuel-Leonard Pappadoupolo. Tome premier-second

In-8 (20 cm) 2 voll. (1) c. (di tavola in antiporta) XIV (2) 328; (2) 320. Cartonato d’epoca. Bella vignetta allegorica in antiporta (Moreau J.o del.e, Triere sculp.e) con dicitura in basso prima in in russo poi in francese: “Aux flambeaux de la guerre il dissipa les tenebres de lignorance”. Aleksandr Petrovič Sumarokov (1717- 1777) è stato un poeta e drammaturgo russo. Nasce durante la guerra Russo-svedese. Rappresentante del neoclassicismo in Russia, scrisse liriche d’amore, elegie, romanze, nonché odi, favole ed epigrammi. Termina gli studi nel 1740 e fa il suo ingresso nelle alte sfere amministrative, prima sotto la Zarina Anna Ivanovna Romanovna , poi nel breve periodo di Ivan VI e infine per più di un decennio al servizio di Elisaveta Petrovna. Sumarokov nella sua carriera da scrittore non trascurò alcun stile poetico. Un posto importante occupano le sue nove tragedie: Chorev (1737), Amleto (1748), Sinav e Truvor (1750), Aristona (1750), Semira (1751), Jaropolk e Demiza (1758), Vyseslav ( 1768), Demetrio l’usurpatore (1771), Mstislav (1774). Tutte improntate al più rigido classicismo, sono scritte in esapodia giambica a rima baciata. Inoltre hanno tutte un numero ridotto di personaggi, ma fatto da non sottovalutare, che ogni figura rappresentata da Sumarokov è portatrice di un’idea salda o un principio morale. Le sue nove tragedie, su temi della storia e della leggenda russa, sono composte secondo i modelli francesi di Racine e Corneille. In genere, nelle sue opere, prevale il sovrano malvagio che ostacola la felicità di una coppia di innamorati trasformando il suo legittimo potere in pura tirannia. Pertanto non è affatto casuale che i suoi personaggi spesso sono tratti dalla storia russa, evidentemente a sottolineare la situazione oppressiva comportata dallo Zar. Le sue opere ebbero grande successo, tanto da far nascere il primo teatro a San Pietroburgo di cui ovviamente Sumarokov ne fu il direttore nel 1756. Nel 1743 la sua notorietà era cresciuta parecchio, tanto da potergli consentire di sfidare Lomonosov e Trediakovskij in una gara dove i tre poeti dovevano pubblicare la propria traduzione del Salmo 143 dove i lettori sceglievano il migliore. Nota era la sua divergenza di idee con il maestro Lomonosov: egli prediligeva la stilistica e la forma del linguaggio al contrario di Sumarokov che preferiva la trasmissione, appunto, del linguaggio. Infatti ricercava una lingua priva di ambiguità, semplice, piana e soprattutto unitaria e capace di esprimere qualunque cosa. Nei suoi brani è palese il diretto appello al sovrano per la richiesta dei diritti dei Dvorjanin medi (nobiltà media della società russa che includeva i proprietari terrieri della faccenda delle Pomest’e). Ovvero sollecitava la libertà negli affari di questi ultimi, la tutela dei loro averi, e più attenzione e giustizia nell’apparato burocratico. A dimostrazione di ciò, ecco che Sumarokov volge a Caterina II, eletta Zarina da qualche mese, una lista di desiderata in forma apologica. All’inizio del 1763 Caterina II organizza un grandioso spettacolo teatralizzato come primo evento della sua politica culturale. L’opera è affidata al team di Sumarokov, il quale mostrò in un primo momento i vizi che la nuova corte della Zarina avrebbe soppresso (ovvero l’ubriachezza, la speculazione, la pessima burocrazia ecc..) e in un secondo momento spiegava il trionfo e l’elogio alla nuova corte introducendo la sua opera “Coro al mondo rovesciato”. Essa raccontava di un mondo dove non vi era la corruzione o la falsità, di una corte estranea all’ipocrisia, di burocrati estranei alle ruberie, di un commercio trasparente, di una servitù della gleba esercitata con moderazione, di libertà di pensiero e di religione e di una società istruita dove tutti i figli dei nobili andavano regolarmente a scuola. Le speranze di Sumarokov vengono subito soppresse da Caterina II con la censura della sua opera poiché portatrice di ideali rivoluzionari. Delle dodici commedie di Sumarokov vanno ricordate Il tutore, del 1768 e Il litigio inutile del 1769. Bell’esemplare in perfette condizioni.

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