In-8 (19 cm) 2 voll (1) c. (ritratto in antiporta) (1) c. (frontespizio) XXXVI XV c. (di tavole) 420; (1) c. (antiporta) (1) c. (1) c. (frontespizio) XVI-XXX c. (di tav.) 430. Vignetta allegorica diversa ad entrambi i frontespizi. Testatina e capolettera inciso ad ogni inizio di canto. Piena pelle, con tassello al dorso, caratteri e fregi dorati. Tagli spruzzati di rosso e verde.Tavole incise da Antonio Baratti e disegnate da Pier Antonio Novelli. Ritratto dell’autore su antipaporta di Baratti e Novelli. Iniziali, testatine e fregi xil. Di Niccolò Forteguerri, cfr. G. Melzi, Dizionario opere anonime, t. 1., p. 179. Fortiguerri Niccolò o Carteromaco Niccolo (1674-1735) canonico, letterato e poeta. Segretario di Propaganda Fide dal 1730. Traduttore, autore di versi satirici e cavallereschi, fu membro dell’Accademia della Crusca, degli Intronati e di Arcadia. Nato a Pistoia, morto a Roma. Forteguerri venne avviato subito al sacerdozio e si laureò nel 1695 a Roma. Viene scelto come segretario dal monsignore Anton Felice Zandonai fu eletto Nunzio Apostolico in Spagna. Rientra a Roma, dove Clemente XI, lo elegge Canonico della Segreteria Apostolica di Santa Maria Maggiore e di San Pietro in Vaticano. Viene poi ammesso nell’Accademia dell’Arcadia, con il nome arcadico di Nidalmo Tiseo, dove si dedicò alla poesia. Nel 1730, viene nominato Segretario della Congregazione di Propaganda Fide. Dopo la sua morte un manoscritto con un poema che avrebbe voluto bruciare, venne salvato e dato alle stampe a Parigi, nel 1738, con il titolo Ricciardetto, ma con lo pseudonimo di Niccolò Carteromaco. Il Ricciardetto è un poema epico burlesco che godette di una certa fama durante il Settecento e l’Ottocento. Fu scelto da Francesco Berio di Salsa come fonte letteraria dell’opera Ricciardo e Zoraide di Gioachino Rossini.
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dal XV al XXI Secolo
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