In-8 (19 cm) 3 voll. in 1 (1) c. (di tav. in antiporta) (24) (1) c. (di tav. calcografica) 207 (1), (1) c. (di tav. in antiporta) 210-485 (1), (1) c. (di tav. in antiporta) (4) (1) c. (di tav. calc.) (1) 490-724 (4). Incisione con Marcolfa e Bertoldo ad ognuno dei tre frontespizi. Legatura moderna in cartone e carta decorata. Pichi Giuseppe (ca. 1680-1755). Scrittore veneziano di commedie e poesie, in particolare nel dialetto veneto. A Padova ricoprì le cariche di assessore, vicario e giudice dell’Aquila. Socio dell’Accademia dei Ricovrati di Padova. Il nome dell’autore si desume da: Melzi, G. B. Dizionario di opere anonime e pseudonime di scrittori italiani, vol. 3., p. 158. Il testo poetico italiano a fronte è dovuto a Giampietro Riva, Paolo Battista Balbi, Giampietro Zanotti e altri
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dal XV al XXI Secolo
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